Dragon Ball Super: Le differenze tra Manga e Anime (Parte 1)

Una nuova concezione

Nel 2014, con il film Battle of Gods, Akira Toriyama e la TOEI Animation hanno inaugurato il nuovo corso di Dragon Ball, tuttora in via di prosecuzione con la serie animata Dragon Ball Super. L’anime ha anche un corrispondente cartaceo disegnato dal giovane mangaka Toyotaro. Le due versioni di Dragon Ball Super hanno avviato un nuovo modo di intendere il rapporto tra manga e anime di Dragon Ball.

Le due serie tradizionali Dragon Ball e Dragon Ball Z ci avevano abituati a concepire l’anime come un’ampliamento del manga originariamente creato da Akira Toriyama. In sostanza, il vecchio anime riprendeva di pari passo tutti gli snodi del manga (opera di per sé completa ed autosufficiente), integrandoli con scene e episodi creati ad hoc per allungare i tempi dell’anime e dare modo al mangaka di proseguire il proprio racconto illustrato.

Perfetto. Dimentichiamoci questo approccio. Nell’epoca di Dragon Ball Super le cose procedono in modo diverso, e questo articolo inaugura una serie di analisi che cercheranno di farvi capire come e perché le due “forme” di Dragon Ball, il cartone animato e il fumetto, si distinguono nettamente fra loro, ma al contempo si integrano; sono due modi diversi, in parte alternativi ed in parte complementari, di raccontare la stessa storia.

La cover del volume 2 di Dragon Ball Super (manga): sulla sinistra, un’immagine che non troverete nell’edizione italiana, ossia la retrocopertina. L’immagine di apertura dell’articolo rappresenta il retro del primo volume del manga.

Il ruolo di Akira Toriyama

Chiariamo subito un punto fondamentale. Akira Toriyama è personalmente coinvolto in entrambe le versioni di DB Super, nel manga come nell’anime. Il suo livello di coinvolgimento consiste, sia chiaro, nell’ideazione delle linee guida della storia e del design dei personaggi. Le due forme della narrazione presentano notevoli differenze di trama, come vedremo; però i personaggi hanno l’aspetto e la caratterizzazione che Toriyama ha voluto dare loro (a volte anche in collaborazione con l’allievo Toyotaro), e la storia segue alcuni passaggi, dinamiche e rapporti di forza che restano costanti tra l’anime e il manga, e che sono frutto diretto della mente del Maestro. Toriyama non avrà realizzato integralmente né l’uno né l’altro, è vero… ma la sua mano e la sua mente sono presenti alla base delle due versioni. In particolare, poi, egli interviene direttamente sulle tavole del fumetto realizzato da Toyotaro, supervisionandole, correggendo i disegni che non lo convincono, a volte spronandolo a cambiare alcune sequenze. Quindi Akira ha un legame più stretto con il manga, che da sempre è il suo “habitat naturale”.

Le prime due saghe

Le differenze sono innanzitutto a livello editoriale e strutturale, prima ancora che nella trama e nei contenuti. Il manga di Dragon Ball Super NON nasce come opera principale dalla quale viene poi ricavato l’anime; al contrario, prima è nato l’anime, mentre inizialmente il manga era un mero “contorno”, un’opera di supporto con la sola funzione di pubblicizzare la storia ufficiale; e la storia ufficiale era appunto l’anime della TOEI.

Questo è ben evidente nella trasposizione manga delle prime due “saghe” di Super, ossia la Battaglia degli Dei e il Ritorno di Freezer. Mentre la prima è una versione molto stringata degli eventi mostrati nella serie e nel film, la seconda è stata addirittura saltata e concentrata in un paio di tavole e didascalie. A dir la verità, il Ritorno di Freezer è stato trasposto anche in un breve manga uscito in occasione delle proiezioni cinematografiche del relativo film; queste tavole però non sono state incorporate nei volumetti del manga ufficiale di Super, e rimangono dunque un’opera minore a sé stante.

Date queste premesse, il manga si presenta deludente, almeno agli inizi: essenziale e riassuntivo per quanto riguarda lo scontro con Beerus, addirittura inesistente per il revival del tiranno galattico.

Il torneo del sesto universo

La musica inizia a cambiare a partire dalla terza saga, ossia dal torneo contro il sesto Universo. La popolarità del manga, parallelamente all’anime, cresce rapidamente, e l’editore decide di concedere ai due mangaka maggiori spazi per sviluppare la loro storia.

In questo caso, Toyotaro traspone gli eventi mostrati nell’anime, ripercorrendolo in modo sostanzialmente fedele nei suoi passaggi essenziali. Ad onor del vero, anche in questa terza saga il manga non brilla per originalità: quasi tutto ciò che leggiamo qui era già noto dall’anime. Però qualcosa inizia ad ingranare: Toyotaro ci mostra combattimenti dinamici e nitidi dai quali emergono sempre con chiarezza i rapporti di forza fra i personaggi, muovendosi nel classico stile “maturo” di Toriyama. Il giovane autore si concede qualche libertà nelle gag, ed inizia ad introdurre alcune deviazioni significative rispetto alla storia dell’anime. Notevole, ad esempio, che Goku affronti Hit nel torneo alternando i due stadi God: all’apice della battaglia, usa per lo più il Super Saiyan God in modo da contenere i consumi energetici, e si trasforma istantaneamente nel Super Saiyan Blue solo al momento di attaccare alla massima potenza. Questa fase corrisponde a quella in cui nell’anime Goku affronta Hit potenziando il Super Saiyan Blu con il Kaiohken. Toyotaro ha scelto di narrare questo passaggio attingendo ad una delle proprie opere dilettantistiche, il vecchio fanmanga di Dragon Ball AF (opera non ufficiale, sia chiaro): qui Vegeta combatteva alternando i vari stadi biondi del Super Saiyan, in modo da sfruttarne sapientemente i punti di forza e minimizzarne i difetti. La soluzione adottata dall’anime, invece, punta di più sulla spettacolarità della resa esteriore e sull’effetto scenografico; tutti aspetti tipici dell’anime, agevolati dalle tecniche dell’animazione, che il fumetto non può rendere con eguale efficacia.

Una cosa che non si è mai vista finora nel manga: Hit vs. Goku Super Saiyan Blu+Kaiohken

A livello narrativo, l’anime si presenta inoltre più lungo e ricco di avvenimenti che non hanno un corrispettivo cartaceo, ed in certi casi dedica tempo e spazio all’introspezione psicologica e alle relazioni fra i personaggi. Inoltre, caratteristica costante di tutto l’anime finora trasmesso è una massiccia presenza di gag comiche e scene di vita quotidiana, che si inseriscono all’interno degli eventi delle saghe principali, o negli intermezzi tra una saga e l’altra. Addirittura alcuni episodi filler sono totalmente incentrati sulla comicità, come le varie scene e puntate “domestiche” incentrate sulla gravidanza di Videl e sui primi mesi di vita della piccola Pan, le numerose scene e puntate a tema culinario, quelle in cui Goku chiede di poter affrontare Monaka e Hit dopo il torneo del sesto Universo, la partita di baseball e il duello con Arale. Inoltre non mancano delle mini saghe filler con nemici ideati apposta per la serie animata, che non hanno un corrispettivo nel manga, come gli episodi dedicati a Great Saiyaman e la mini saga del pianeta Potaufeu.

Dragon Ball Super in un frame: comicità, ma anche un racconto sulle relazioni familiari

Fin qui ci siamo occupati del confronto manga/anime in linea generale, soffermandoci in particolare sulle prime tre saghe. Bisogna attendere la saga successiva al torneo del sesto Universo, ossia quella di Zamasu, per vedere il manga prendere delle vie decisamente alternative rispetto all’anime, e Toyotaro maturare una propria autonomia nello sviluppare la trama dell’opera. Nel prossimo articolo tratteremo tale saga in maniera molto approfondita!

 

Dragon Ball Super (ドラゴンボール超) è un anime giapponese prodotto dallo studio di animazione Toei (che aveva già prodotto altre opere di Toriyama-sensei come Dragon Ball, Dragon Ball Z o Dr Slump). Va in onda dal 5 luglio 2015 sul canale giapponese Fuji TV e attualmente è ancora in corso. Dragon Ball Super è ambientata nei 10 anni che intercorrono tra la sconfitta di Kid Bu ed il torneo di arti marziali finale di di Dragon Ball Z. In Italia la serie va in onda su Italia1 dal 23 dicembre 2016.

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