One Piece: L’origine dei frutti del diavolo
Oggi, cari lettori, proveremo ad eviscerare il vero, o il più probabile, significato che si cela dietro ai frutti del diavolo. L’origine di questi frutti resta uno dei misteri più oscuri di One Piece ma proviamo a costruire una teoria che si basi su di un’analisi etimologica delle parole che compongono la coppia “Frutto del diavolo”. Per una guida dettagliata sul loro funzionamento invece potete consultare questo altro nostro articolo che trovate QUI.
Frutti del diavolo: Etimologia
La coppia di parole, frutti del diavolo, è composta da 悪魔の実 ovvero da akuma no mi, dove “mi” sta per frutto, “no” sta per del e “akuma” per diavolo, quindi frutto del diavolo. Sappiamo bene che Oda ama trarre ispirazione dalla tradizione e il folklore giapponese. Nella storia del Giappone il termine “akuma” sta ad indicare demoni e spiriti malvagi, e con l’avvento della figura di satana cristiano, tale parola ha assunto il significato di Diavolo con tutte le accezioni negative del caso. Questa parola però indicava inizialmente alcuni spiriti buoni che a causa di diverse vicissitudini divenivano malvagi, proprio come ci insegna la storia di Lucifero. Tali spiriti erano provvisti ovviamente, essendo tali, di poteri e potenzialità sovrumane.
Yokai: Gli spiriti Giapponesi
Di fondamentale importanza, per il nostro discorso, sono i Tsukumogami ovvero gli spiriti degli oggetti. Infatti, secondo la tradizione giapponese ogni oggetto ha un’anima ed uno spirito che si manifestano solo al compimento di 100 anni di età. Al termine di questo secolo l’oggetto assume sembianze e peculiarità in base alla personalità della persona che lo ha posseduto. Supponendo magari che alle origini del mondo, questo fosse abitato da entità e spiriti come akuma (ovvero uno dei tanti yokai) potremmo dire che tali akuma o spiriti abbiano infuso all’interno di oggetti la loro essenza, trasmettendo ad essi le proprie peculiarità e le fattezze. Ora se pensiamo che gli Yokai, gli infusori, sono una serie innumerevole di spiriti ed entità possiamo immaginare che questi abbiano particolari abilità, infatti ci sono gli Yokai animali, quelli umanoidi ecc ecc. Ed è proprio da questa differenziazione di Yokai che nascono le diverse categorie di frutti del diavolo: Rogia e Paramisha dagli Yokai Umanoidi e gli Zoo Zoo dagli Yokai Animali. Essendo tali spiriti all’interno di oggetti materiali, in caso di distruzione dell’oggetto ospite potrebbero aver capito che i frutti in genere possano essere degli ottimi recipienti in quanto ce ne sono in quantità ed il loro ciclo vitale è breve: in questo modo tali spiriti potrebbero avere nuovi “corpi” a piacimento.
Tsukomogami: Assimilazione
Sarà stata forse una casualità, ma magari qualcuno all’interno del mondo di One Piece avrà ingerito involontariamente uno dei frutti, ovvero uno Tsukumogami, che ospitava l’essenza degli Yokai originari. Da qui si sono accorti che alcuni frutti particolari con determinate caratteristiche possano trasferire a chi li mangia, dei poteri sovra umani, poteri che fanno riferimento all’essenza e alle fattezze dello Yokai “genitore”.
Esempio: Senbiki ōkami
Questo Yokai fa parte della categoria Yokai animali ed è uno spirito Lupo. Tale spirito possiede le sembianze, le fattezze e le caratteristiche di un lupo, con l’aggiunta della malvagità assegnatagli dal folklore giapponese. Possiamo ipotizzare che questo Yokai abbia trasferito la sua essenza in un oggetto, probabilmente un frutto, semplicemente standoci a contatto, creando il famoso Tsukomogami. Con il passare dei secoli, il frutto sarà passato da persona a persona fino a dar vita a quello che il mondo di One Piece ha conosciuto come Frutto Dog Dog modello Lupo ingerito da Jabura. Tale frutto ha donato a esso i poteri del lupo, comprese tutte le sue sembianze e fattezze. Poteri e caratteristiche che quindi sono l’essenza dello spirito dello Yokai genitore.
Esempio: Kitsune
Allerta Spoiler!! Se non siete in pari con il manga allora non continuate la lettura.
Detto ciò un altro esempio lampante è lo yokai Kitsune, ovvero la volpe a nove code. Le volpi sono un soggetto ricorrente e un elemento di particolare importanza nel folclore giapponese. Tale Yokai si è materializzato sotto forma di frutto del diavolo Zoo-Zoo mitologico dog dog modello volpe a nove code ingerito da Katrina Devon. Esso ha la capacità di mutare forma, assumendo sembianze umane, abilità palesata proprio dalla comandante di Barbanera nel capitolo 925.
Conclusioni
Questi sono alcuni esempi “pratici” per poter capire come nasca un frutto del diavolo e come possa trasmettere poteri così particolari. Il mondo degli Yokai è infinito e ne esistono a centinaia, e se Oda avesse veramente preso spunto da questi spiriti, allora avremmo un canovaccio utilissimo per poter predire apparizioni di frutti futuri fino ad ora sconosciuti. Tuttavia ricordiamo che per avere ulteriori risposte bisognerà aspettare l’arrivo di un certo dottore…
One Piece (ワンピース) è un manga scritto e disegnato da Eiichiro Oda che dal 19 luglio 1997 compare settimanalmente sulla rivista giapponese Weekly Shonen Jump. L’edizione italiana è curata dalla Star Comics, che ha cominciato a pubblicarlo nel nostro paese dal 1^ luglio 2001. Dal 20 ottobre del 1999, il manga è stato adattato in una serie televisiva anime, prodotta dalla Toei Animation e trasmessa ancora oggi in Giappone su Fuji Tv, l’edizione italiana è edita da Merak Film ed è andata in onda su Italia 1 dal 5 novembre 2001 per poi continuare su Italia 2 nel 2012; inizialmente intitolata “All’arrembaggio!”, la serie ha avuto diversi cambi di denominazione nel corso delle stagioni, fino ad assestarsi sull’originale One Piece.