One Piece: L’epopea letteraria di Oda-sensei Vol. 11 (Fishman Island)
Uno dei temi maggiormente trattati all’interno di One Piece è sicuramente quello del razzismo. Sin da quando sono stati introdotti nel volume 8 gli Uomini–Pesce, Oda porta avanti un parallelismo con il mondo reale: ciò permette di affrontare la tematica del razzismo e della xenofobia. Gli Uomini-Pesce sono la razza discriminata, che da sempre spaventa gli esseri umani.
Durante la saga del Mare Orientale, arrivati nell’arcipelago Conomi (dove sono situati Arlong Park ed il villaggio Cocoyasi), ci siamo imbattuti per la prima volta nella razza degli Uomini–Pesce. Qui la banda dei pirati di Arlong si è insediata da ormai 8 anni ed ha iniziato a delinquere nella zona, distruggendo città e ammazzando gente. Il loro capitano, Arlong, è un Uomo–Pesce spietato e malvagio, il quale guadagnerà subito l’odio da parte del lettore per le sue azioni. Oda presenta quindi la sua razza come fossero “i cattivi“, per rendere difficile l’empatia verso di loro. Dopo volumi e volumi, rivedremo gli Uomini-Pesce con le miniavventure di Hacchan, un sottoposto di Arlong. Faremo la conoscenza di Tom e Kokoro, la più belle tra le sirene, conosceremo Jinbe a Impel Down; incontreremo nuovamente Hacchan che, in breve tempo, si riconcilierà con Nami, nonostante il passato (diventando un buon amico della ciurma). Assieme a lui i Cappello di Paglia si troveranno alle prese con gli schiavisti della casa d‘aste di Sabaody per salvare Camie e Pappag. Infine incontreremo nuovamente gli Uomini-Pesce arrivati nell’arco narrativo dell’isola degli Uomini-Pesce. Arrivati a diecimila metri sotto al livello del mare, Oda ci immerge in un contesto pregno di preconcetti a sfondo xenofobo e ci racconta a modo suo il ciclo interminabile dell’odio e del razzismo.
Per parlare dei temi di questa saga, però, è necessario analizzarne i personaggi. I principali, per quanto riguarda il razzismo, sono: Fisher Tiger e la regina Otohime (simboli della lotta contro il razzismo), Arlong e Jimbe (simboli della reazione al razzismo) e Hody Jones assieme a Koala (simboli degli effetti del razzismo sulle nuove generazioni). Ognuno di questi personaggi è vittima, in modi diversi, di ignoranza e xenofobia ed ognuno di loro ha affrontato i soprusi e le discriminazioni subite a proprio modo, riuscendo o meno nell’impresa.
Nella storia recente, i primi personaggi a muoversi nella loro lotta alla discriminazione razziale sono la regina Otohime e Fisher Tiger, operando in modi diametralmente opposti, come ci viene detto da Jimbe stesso. Fisher Tiger è stato vittima di schiavismo nella terra sacra di Mary Geoise per anni, frustato e malmenato. Un giorno riuscì a scappare da quell’inferno, concedendo la libertà anche alle sorelle Boa, facendo nascere la leggenda dell’eroe Fisher Tiger che scalò la Linea Rossa per liberare gli schiavi. Tornando in patria, dopo un colloquio con re Nettuno e la regina Otohime, decide di salpare come pirata, assieme ad altri Uomini–Pesce e agli ex–schiavi venuti con lui. Tiger è una specie di rivoluzionario, uno che crede nel cambiamento e lotta affinché avvenga. A detta di Jimbe, Tiger non riusciva a sacrificare alcun “fratello” alla mercé degli schiavisti e per questo lotterà fino agli ultimi 10 minuti della sua vita. Ormai ad un passo dalla morte, perderà ogni speranza e cadrà nella disperazione di un uomo che ha visto vanificati tutti suoi sforzi e che deciderà di arrendersi.
“Razionalmente capisco tutto questo, ma sono dominato dal demone che porto nel cuore… e il mio corpo rifiuta quel sangue! Ormai io, gli umani… non riesco più ad amarli!”
-Fisher Tiger sul letto di morte
Nel frattempo, parallelamente, la regina Otohime prova una strada più pacifica e burocratica, affinché il cambiamento avvenga. Lei, a differenza del sopracitato Tiger, sacrifica il proprio presente affinché il futuro per la sua patria e la sua “specie” sia pacifico e sano.
“Conosco l’odio che provate verso questi umani… l’amarezza… e il risentimento, ma non trasmetteteli ai vostri bambini! Pensate al loro futuro e a quello con cui avranno a che fare!”
-Otohime
Inizia una raccolta firme, si sforza anche se la sua struttura fisica è debole e non glielo consente, si batte in piazza con tutta se stessa e sarà proprio in una piazza che perderà la vita per il suo sogno.
“Ancora un po’… e questo paese potrà stare “sotto la luce del vero sole!”
-Otohime nei suoi ultimi istanti di vita
Jimbe, a proposito delle due ideologie di questi due personaggi, disse che nessuno poteva e può sapere chi fosse dalla parte della ragione e chi da quella del torto ed è proprio così. Sono entrambi modi per arrivare ad un obiettivo comune, portato avanti da persone con una forza d’animo assurda che condizioneranno in maniera imprescindibile la vita e il pensiero delle generazioni future. Proprio dalle generazioni future, quella di Koala per intenderci, questi due personaggi sperano di ricevere il cambiamento da loro tanto bramato.
Attorno a queste figure, invece, troviamo alcuni personaggi dalla psicologia assai interessante. Fra queste, spicca sicuramente Arlong, la cui visione da parte del lettore è ormai mutata dopo il flashback narrato da Jinbe: siamo ora in grado di provare empatia per questo personaggio dopo i suoi trascorsi. Infatti, Arlong era sì una testa calda, ma non era totalmente marcio come può sembrare. Da ragazzo lo vediamo atteggiarsi più per fare figura con gli altri che per altro, sulla nave dei Pirati del Sole sfoggia in tutto il suo carattere, rude ma “umano” internamente. Per le vicende passate, Arlong cresce disprezzando gli umani, ma comunque segue Tiger e assieme a lui inizia a notare, nel personaggio di Koala, che gli esseri umani non sono tutti uguali, non tutti discriminano gli Uomini–Pesce, perché diversi o come esseri inferiori. Inizia così ad affezionarsi e ad aprirsi. Tutto questo fino a quando Tiger non verrà attaccato a sorpresa dalla Marina per via di una soffiata ed ucciso. Da quel momento, nell’animo di Arlong qualcosa si ruppe, qualcosa che non si aggiusterà mai più. L’odio per la razza che ha ucciso il suo capitano sarà onnipresente e incessante, impedendogli di vedere il buono negli esseri umani. Ma in tutte le sue azioni violente, i ricordi di quando era un bambino che desiderava vivere con gli umani mentre guardava il parco di Sabaody rimangono accesi in lui e nei suoi compagni: costruirà così la sua base proprio con le stesse fattezze di Sabaody Park. A suo modo, era riuscito a realizzare quel suo desiderio di bambino. Proseguendo nell’analisi della psiche dei personaggi più illustri legati all’isola degli Uomini-Pesce, troviamo ovviamente Jimbe. Anche lui si trova a seguire, come Arlong, il suo amico Fisher Tiger in un sogno che neanche lui concepiva. Il pirata è sempre parso disinteressato a tutte queste discussioni; seguendo però Tiger, inizia a sviluppare una certa empatia e interesse nelle faccende dei suoi compagni. Si ritrova, quasi per caso, a combattere così per i medesimi ideali dell’amico. A differenza di Arlong, anche dopo la morte del suo capitano, Jinbe continuerà a credere e a lottare (seppur a modo suo) per quegli stessi ideali che avevano mosso Tiger.
Mentre Tiger e i Pirati del Sole affrontavano le proprie avventure piratesche, nella periferia dell’isola degli Uomini-Pesce, nasceva e cresceva uno squalo bianco di nome Hody Jones. Un personaggio a detta di molti piatto, che sembra mancare di caratterizzazione, l’ombra di Arlong ed in tutto e per tutto VUOTO. Ma lo spessore del personaggio di Hody Jones è nascosto proprio in quell’essere vuoto. Infatti, Hody rappresenta quell’odio illogico e generazionale che cresce e si trasmette per via di un ambiente tossico e dannoso. Lui non ha motivo per farlo ma semplicemente odia, come sua stessa ammissione, e di conseguenza sparge odio. A conti fatti, è il tipo di persona più pericolosa che possa esistere. Il capitolo 644, che racconta il suo flashback e le nozioni deviate che Arlong insegnava agli orfani del quartiere, racchiude pienamente il senso di questo discorso.
Jinbe: Da quel che ho visto… sembra che abbiano tutti paura di noi… Forse perché siamo dei pirati? Cosa vi fa tanta pausa?
Koala: È perché.. non sanno nulla su di voi…
Ma se da una parte troviamo l’odio irrazionale e generazionale di Hody Jones, dall’altra troviamo una bambina. Vittima innocente di un meccanismo del quale non ha colpe, cresce senza conoscere il concetto di razzismo e di razza (trovando tutto ciò strano). Ovviamente sto parlando di Koala, uno dei personaggi più belli e interessanti di questa saga. Dimostra che il cambiamento è possibile grazie alle nuove generazioni che nascono in un ambiente “pulito“, privo di pregiudizi di alcun tipo.
In tutta questa storia di sangue e lotte, il nostro Luffy si ritroverà ad essere quel personaggio che sbloccherà la situazione a suo modo, ovvero a suon di pugni e forza d‘ideali.
One Piece (ワンピース) è un manga scritto e disegnato da Eiichiro Oda che dal 19 luglio 1997 compare settimanalmente sulla rivista giapponese Weekly Shonen Jump. L’edizione italiana è curata dalla Star Comics, che ha cominciato a pubblicarlo nel nostro paese dal 1^ luglio 2001. Dal 20 ottobre del 1999, il manga è stato adattato in una serie televisiva anime, prodotta dalla Toei Animation e trasmessa ancora oggi in Giappone su Fuji Tv, l’edizione italiana è edita da Merak Film ed è andata in onda su Italia 1 dal 5 novembre 2001 per poi continuare su Italia 2 nel 2012; inizialmente intitolata “All’arrembaggio!”, la serie ha avuto diversi cambi di denominazione nel corso delle stagioni, fino ad assestarsi sull’originale One Piece.
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