One Piece: L’epopea letteraria di Oda-sensei Vol. 6 (Skypiea)
“Non è Dio che gli uomini temono, ma il terrore che esso incarna.”
Una frase che rispecchia perfettamente quest’arco narrativo. È stata proprio la sensazione di terrore che ha accompagnato i nostri amici durante il loro viaggio nell’Isola del Cielo. Terrore in un folle viaggio nel cielo, terrore in una storia centenaria della quale non erano a conoscenza e terrore per il Dio Enel…
Il Dio che nulla teme
Fino all’incontro con la divinità di Skypiea, Luffy aveva incontrato e affrontato nemici subdoli come Crocodile o Kuro, villain che hanno abbandonato o calpestato i propri compagni come Don Krieg, nemici che si sono creduti di una razza superiore come Arlong. Ebbene, God Enel incarna tutti questi aspetti in un unico personaggio. E’ semplicemente la prima divinità che incontriamo in One Piece (n.b. sono i Draghi Celesti ad essere considerati dei), o per meglio dire, il primo che si identifica come tale, grazie ad un concetto di superiorità che farebbe sfigurare anche i più grandi gerarchi nazisti. Enel infatti si auto proclama giudice, giuria e boia del cielo: lui osserva, decide edesegue.
L’uomo da tempi immemori, sia nel mondo di One Piece che in quello reale, ha sempre avuto il terrore di ciò che non conosceva e non riusciva a comprendere e ciò l’ha spesso interpretato come un segno degli dei, di qualcuno o qualcosa di superiore: Enel, a Skypiea, è esattamente questo terrore, la divinità che spaventa e che non è spaventata da nulla, poiché “è la divinità che incarna il terrore stesso”. Superbia, arroganza, un character design ispirato ad Eminem ed un tocco di vera cazzimma delineano uno dei nemici con una delle psicologie più interessanti di tutta l’opera. Tutto ciò contornato da un potere, derivante dal frutto del diavolo Rombo Rombo, devastante e quasi incontrastabile. Un potere a cui nessuno sfugge; Enel attraverso le onde elettromagnetiche è in grado di udire qualsiasi discorso ed è sempre pronto a scatenare i suoi implacabili giudizi divini. Crogiolato nella sua invincibilità di Rogia, Enel arriva a farsi volontariamente colpire dal nemico; più e più volte lo vediamo giocare al gatto con il topo durante tutta la saga, alla fine l’intera lotta per la sopravvivenza che organizza lo è. Agli occhi di tutti è un vero Dio invincibile. La realtà, però, è che è quasi invincibile, perché l’elettricità ha un nemico naturale: la gomma. In parallelo anche le divinità hanno un nemico naturale: la libertà dai preconcetti. E chi, se non Luffy, l’uomo che aspira ad essere il più libero di tutti i mari, può rappresentare il nemico naturale delle divinità e di Enel?

“Hai capito adesso? Io sono il fulmine! Non importa quanto gli umani lottino, non sconfiggeranno mai il fulmine. […] Sin dai tempi antichi, per scappare dalle proprio paure gli umani definirono tutto ciò di terribile ed incomprensibile come “dio”. Io sono uno di quei disastri naturali che l’umanità teme!”

L’epilogo allo scontro tra i due lo conosciamo: Luffy con un Golden Rifle sconfigge Enel, riuscendo poi a far risuonare la campana d‘oro e riaccendo così la “Luce di Shandora“. Enel con l’arca Maxim procederà con il suo piano, non completamente sventato, e si dirigerà verso il Warth Fatato. Proprio sulla luce di Shandora vorrei chiudere la riflessione sulle divinità in One Piece presentate in questa saga.
“Vai Maxim! Verso la terra che brilla nell’oscurità del cielo… il Warth fatato!”
Durante la saga dell’isola del Cielo, il concetto di Dio è molto marcato e presente, non solo per quello che riguarda Enel, ma anche nelle tradizioni e culture degli Shandia e dei nativi di Skypiea; infatti, in quello che potrebbe tranquillamente essere il flashback più bello di One Piece, quello di Calgara e Noland del volume 31, vediamo come gli Shandia, ignari e impauriti da una malattia a loro sconosciuta, siano pronti a sacrificare una ragazzina, Musse, al Dio Kashi, una semplice biscia che, per via del già citato terrore, era stata elevata a divinità. Mentre, quando poi l’isola di Jaya ascende al cielo, vediamo la popolazione celeste comandata da un omone che si definiva “Dio“. L’unica colpa degli Shandia era quella di non sapere, di essere all’oscuro del mondo che li circondava. La loro luce di salvezza, per fortuna, non tardò ad arrivare. Noland sbarcò sull’isola in tempo per fermare il sacrificio, salvò Musse ed uccise il Dio Kashi. Da quello che di primo impatto è stato percepito come un affronto, l’abbattimento di alcuni di questi preconcetti porterà gli Shandia al progresso, culturale prima di tutto, raggiunto con l’accettazione del modus operandi di Noland. Calgara riuscirà ad aprire gli occhi sui motivi dell’abbattimento degli alberi sacri, gesto che impedì l’incontrollata diffusione della febbre del legno, e a mettere da parte quei “falsi valori“, nati dall’ignoranza della gente e dalla paura dell‘ignoto. Oda, quindi, ci mette dinnanzi ad un quadro dove da una parte, quella degli Shandia, Oda vuole farci vedere come l’ignoranza e i preconcetti ammazzino la stessa umanità, facendola retrocedere, dall’altra parte vediamo un Dio tiranno che, per un suo capriccio di avere una dimora, ordina ai suoi sudditi di appropriarsi del Warth e loro, senza pensarci due volte, scatenarono un conflitto che si protrarrà per diverse generazioni, come esattamente avviene nel mondo reale, il quale da millenni è vittima di guerra in nome di Dei che portano solo morte e disperazioni. In tutto ciò, Oda fa suonare la campana, quasi come una speranza di un mondo migliore, non solo per le popolazioni celesti, ma anche per noi lettori.
One Piece (ワンピース) è un manga scritto e disegnato da Eiichiro Oda che dal 19 luglio 1997 compare settimanalmente sulla rivista giapponese Weekly Shonen Jump. L’edizione italiana è curata dalla Star Comics, che ha cominciato a pubblicarlo nel nostro paese dal 1^ luglio 2001. Dal 20 ottobre del 1999, il manga è stato adattato in una serie televisiva anime, prodotta dalla Toei Animation e trasmessa ancora oggi in Giappone su Fuji Tv, l’edizione italiana è edita da Merak Film ed è andata in onda su Italia 1 dal 5 novembre 2001 per poi continuare su Italia 2 nel 2012; inizialmente intitolata “All’arrembaggio!”, la serie ha avuto diversi cambi di denominazione nel corso delle stagioni, fino ad assestarsi sull’originale One Piece.
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